Le innumerevoli monete e banconote che hanno avuto una sostanziale diffusione per buona parte del 19esimo e 20esimo secolo sono oggi materia di storici e collezionisti anche comprensibilmente emissioni come la 10 lire, moneta che in vari formati è stata adattata alle necessità del contesto. In particolare quella con la spiga su uno dei lati è ancora Oggi fortemente simbolica ed in grado di far tornare in mente ricordi particolari per i nostalgici.
Ma una moneta come la 10 lire ha anche un valore potenziale monetario e quindi economico interessante a patto di trovare la risposta giusta.
Non tutte ovviamente valgono la stessa cifra, bisogna fare caso ai dettagli evidenziati in questa sede.
Hai le 10 Lire con la spiga sul retro? Ecco quanto valgono oggi
L’epoca repubblicana del nostro paese ha portato dall’immediato secondo dopoguerra ad una serie di monete molto diverse da quelle antecedenti, e la moneta da 10 lire Spiga è stata una delle più longeve, di fatto concepita per circa mezzo secolo seppur in metodo non continuativo.
La zecca di Roma ha iniziato a produrre questo modello come sostituizione della prima variante Olivo, diffusa dal 1946 al 1950. Dal 1951 è stata concepita la spiga, così chiamata ovviamente dalla raffigurazion scelta per l’occasione, mentre l’altro lato è contraddistinto oltre che dalla dicitura della Repubblica italiana anche da un aratro, strumento indispensabile per la coltivazione.
Emessa in una lega metallica nota come Italma, nome derivato da Italiano Alluminio Magnesio, ha avuto una diffusione capillare in circa 2 miliardi di esemplari anche se per qualche ragione ancora non meglio chiarita la produzione è stata arrestata per una decina di anni, dal 1956 riprendendo poi nel 1965 fino al 2000. La vera diffusione della 10 lire Spiga si è verificata comunque fino alla prima metà degli anni 90 per poi gradualmente “uscire di scena” dato il valore oramai troppo basso di questa emissione.
Quanto vale?
Le versioni più rare sono quelle sviluppate negli anni 50 e 60, in particolare un esemplare datato 1951 e 1952 possono valere da 5 fino a 40 euro (se in condizioni perfette) mentre una del 1954 può addirittura superare i 100 euro come valutazione massima, sempre se si trova in Fior di Conio, la migliore conservazione possibile.
Esistono anche errori di conio, ossia banconote con alcune differenze “non volute” come alcuni esemplari del 1991 che sono riconoscibili per avere il “verso” ossia il lato con l’aratro, capovolto rispetto al resto della moneta, condizione che rende questi esemplari molto più rari della media, in grado di raggiungere il valore di 160 euro come valutazione massima.