Il costo dei carburanti è molto di più di una semplice forma di tematica sempreverde, ma negli ultimi anni è divenuta sempre più pressante e difficile da gestire anche a causa di vari eventi che, anche a fronte di costi più elevati, hanno visto una forma di scollamento tra il produttore ed il consumate, che nel caso della benzina, diesel ed altri carburanti, sono in pratica ogni forma di cittadino, direttamente o indirettamente. Attraverso una recente sentenza del Tar, ritorneranno, quindi saranno ripristinati i cartelli con il prezzo medio, messi da parte con la fine dell’estate.
Questi sono stati strumenti decisamente “divisivi” in quanto concepiti con l’intento di aumentare la trasparenza del costo sulla base regionale, dall’altra parte ritenuti una forma di “specchio per le allodole”.
Il ritorno dei cartelli con il prezzo medio non appare completamente casuale, e potrà essere nuovamente ridiscussa in futuro.
Prezzo benzina, ritornano i cartelli con il prezzo medio: ecco perchè
Questi sono stati introdotti dal decreto carburanti il primo agosto per frenare i rincari e speculazioni, condizione che ha portato una larga fetta dei cittadini a contestare sia l’utilità effettiva, concepita sul costo medio aggiornato con regolarità, ma anche ad una effettiva forma di speculazione sulla speculazione. Misura discussa anche dal Tar all’inizio di novembre in quanto non considerati efficaci.
La sentenza, dietro la spinta delle due principali associazioni promotrici della campagna a favore di questi cartelli, di fatto obbligatori per pochi mesi, ovvero Fegica e Figisc, avevano chiesto a gran voce ai gestori comuque di non eliminare questi oggetti dalle proprie stazioni di rifornimento, e di lasciarli perlomeno vuoti. La richiesta è stata comunque accolta da una buona fetta delle personalità che operano in questo settore, al punto che svariate migliaia di gestori hanno continuato ad aggiornare il costo in maniera continuativa, anche dopo l’eliminazione della parte del decreto.
Che ora è stato momentaneamente ripristinato anche per le influenze del Mimit, il ministero del Made in Italy, che ha effettivamente rilevato che almeno in parte, i famosi cartelli con il prezzo medio regionale abbiano avuto un impatto sul calo dei prezzi, generato comunque da altri eventi.
Secondo l’associazione Unione nazionale la semplice forma di consultazione del cartello con il prezzo medio ha aumentato l’attenzione del consumatore ed anche in questo caso ha contribuito a ridurre il costo evitando una speculazione eccessiva. La prossima sentenza del tar che potrà effettivamente confermare la non obbligatorietà è prevista all’inizio del 2024.