La carta moneta anche in Italia ha iniziato a diffondersi in maniera importante con lo scorso secolo, e con la naturale affermazione ed una naturale stabilità dell’ambito finanziario della lira, in particolare dalla metà del Novecento sono state parecchie le forme di carta moneta completamente “assorbite” nella normalità, e con una rapida quanto relativamente naturale svalutazione della lira, anche le banconote hanno cambiato più volte aspetto e, a partire dagli anni 70, la svalutazione ha portato anche a nuovi tagli di carta moneta, come la 50 mila lire, concepita in vari tagli, uno dei più famosi è il tipo “Bernini” corrispondente ad una emissione dedicata proprio a questo grande artista, considerato uno dei principali esponenti della corrente artistica barocca.
Una vecchia 50 mila lire non è impossibile da trovare ancora oggi, a distanza di oltre due decenni dalla dismissione della lira, anche se ai tempi aveva un valore non disprezzabile (al 2002 vale più o meno l’equivalente di 25 euro odierni), quindi molti pezzi sono stati semplicemente riconvertiti in euro che però non vale per tutti i pezzi.
Se però disponiamo di una banconota con il volto del celebre artista Bernini, possiamo anche aspettarci un valore collezionistico non disprezzabile, anzi.
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Emessa in due versioni, molto simili, quasi uguali se non differenze cromatiche e poco altro, la 50 mila lire Bernini è stata dal 1984 fino al 1996 (prima serie) e poi dal 1996 fino al 2002 ( seconda serie). Come per altri biglietti di carta moneta nostrana, anche la 50 mila lire è stata considerabile necessaria per provare a ritardare e rallentare quindi la svalutazione della vauta, divenuta problematica in particolare dagli anni 80.
Un esemplare di entrambe le serie (la prima è sensibilmente più rara, ma di poco) può valere tra i 15 euro se in buono stato fino ad oltre 200 euro se si trata di un esemplare tenuto perfettamente e con un seriale particolare, ad esempio composto da poche cifre diverse, oppure sequenziali. Una normale in fior di conio vale al massimo 100 euro, eccezion fatta per gli esemplari sostitutivi ossia tutti quelli che iniziano con X , che possono avere un valore superiore in quanto più rare.
Un esemplare della prima serie sostitutiva (la prima serie si riconosce per un colore meno acceso e la presenza di un solo filo di sicurezza) vale tra i 20 ed i 350 euro, mentre uno della seconda serie, meno raro, vale tra i 15 ed i 250 euro, sempre valutando la condizione di conservazione.