La Lira nasce come una moneta di conto con la riforma monetaria voluta da Carlo Magno Re dei Franchi che era fondatore ed Imperatore del Sacro Romano Impero. Questa riforma stabiliva che da una libbra d’argento venissero ricavati ben 240 Denari oppure 20 Soldi; in pratica un Soldo valeva 12 Denari.
Si parla di una moneta di conto perché in effetti per un lungo periodo sono stati coniati soltanto i Denari da 1,809 grammi e con il passare del tempo subì molte più riduzioni fino a calare scendendo un terzo nell’undicesimo secolo. Si tratta di un sistema di divisione della Lira in Soldi e dei Soldi in Denari, un sistema che è sopravvissuto pur con parecchie modificazioni, fino a tempi abbastanza recenti.
Il nostro Paese è stato addirittura sostituito dopo l’Unificazione, mentre in Gran Bretagna ha cessato di esistere nell’anno 1971 in cui è stato introdotto il Sistema Decimale. Le prime vere Lire hanno fatto la loro apparizione nella seconda metà del millecinquecento, praticamente dopo secoli nei quali la moneta più usata e gradita era il vecchio Grosso.
I primi Grossi sono stati battuti a Venezia sotto il Dogato di Enrico Dandolo ed erano coniati in buon titolo d’argento. E’ stata sempre la città di Venezia nel 1472 a battere la primissima Lira: una d’argento da 20 Soldi di Niccolò Tron. In questo articolo di oggi, però, vogliamo unicamente occuparci di una delle monete di Lire più amate: la 2 Lire spiga: analizziamola insieme.
Trova le 2 Lire con la spiga e sei ricco
La vecchia 2 Lire portava sul lato del dritto l’effigie di Vittorio Emanuele II volto verso destra e in basso la data di emissione. Sotto il collo “Ferraris” troviamo presente il nome dell’autore Giuseppe Ferraris che presenta un diametro di 27 mm per un peso di 10 grammi; era stata realizzata in argento ed è stata emessa sia al titolo di 900/1000 sia di 835 su 1000.
Riguardo al rovescio della moneta ne esistono di due tipi diversi: lo stemma sabaudo con la corona e con il collare dell’Annunziata entro i rami d’alloro. In basso c’è l’indicazione del valore con a sinistra il segno della zecca e a destra la sigla BN (che sta per Banca Nazionale) in incuso dentro un rettangolo con intorno la scritta “REGNO D’ITALIA”. Si tratta di una moneta che è stata coniata a Torino e a Napoli tra il 1861 e il 1863.
In tutte le coniazioni in argento da 2 lire (anche durante il regno di Umberto I e di Vittorio Emanuele III), il contorno presentava in incuso la scritta FERT che viene ripetuta tre volte e che è alternata a nodi savoia e rosette. I segni di zecca in questo caso sono: Napoli = N; Torino = T e Umberto I. La moneta del Re Umberto I presentava la testa nuda del re volta verso destra con intorno la scritta “UMBERTO I – RE D’ITALIA” e in basso la data.