Le formiche mostrano la loro massima diversità in quelle zone tipiche con il clima tropicale, come ad esempio l’America del Sud, l’Africa ed anche l’Australia orientale anche se ci sono diverse specie anche nelle regioni temperate del pianeta. Questi piccoli animaletti, come molti altri imenotteri, sono degli insetti eusociali.
Nelle loro società, che cambiano comunque in dimensioni e in organizzazione a seconda delle specie di cui si sta parlando, vi è una classe riproduttiva che è costituita dalle regine (ovvero dalle femmine fertili) e dai maschi oltre che una parte lavorativa, costituita da femmine attere e sterili, che vengono chiamate formiche operaie.
Oggi, in questo articolo ci occuperemo, però, di capire se è vero che le formiche possono trasmettere delle malattie e proprio a tal proposito possiamo affermare con certezza che la formica faraone è in grado di veicolare tutti i batteri dei generi: Staphylococcus, Pseudomonas, Salmonella, Streptococcus e Clostridium.
Malattie trasmesse dalle formiche
Comunque sia ci sono dei servizi PID che risolvono tutti i problemi legati proprio alla presenza delle numerose specie di formiche che infestano le varie abitazioni private, ma soprattutto quelle che riguardano le industrie alimentari, provocando dei disagi e dei danni economici abbastanza notevoli. Essi sono infatti perfettamente in grado di effettuare delle disinfestazioni mirate contro le formiche in qualsiasi tipo di ambiente perché attuano delle tecniche innovative caratterizzata da un’alta compatibilità ambientale.
Oltre a questo è noto a tutti che le formiche risultano anche particolarmente nocive nei periodi di cambio stagionale. La disinfestazione contro le formiche richiede, però, un trattamento sistematico ben specifico. Il riconoscimento della specie è innanzitutto importante per ricavare delle informazioni circa il comportamento e la probabile localizzazione dei vari nidi oltre che le preferenze alimentari. Si effettuano, inoltre, accurate ispezioni al fine di individuare le vie da cui le formiche entrano e si spostano all’interno di uno stabile, per individuare i nidi e per agire di conseguenza.
Tuttavia si esegue comunque un’analisi delle condizioni che hanno provocato quell’infestazione, come: la scarsa pulizia ed igiene, il ristagno dell’umidità, le strutture in legno che toccano basamenti umidi con perdite di acqua da tubi, crepe nelle fondazioni o anche all’interno di infrastrutture superiori. Successivamente a questa raccolta di informazioni si apre poi lo studio relativo alle possibilità di combinazione dei tre metodi di intervento più efficaci:
- Modifica dell’ambiente al fine di renderlo non favorevole allo sviluppo delle colonie (con eliminazione di perdite d’acqua e di fonti di cibo);
- Interventi meccanici come la chiusura e la sigillatura di crepe, fessure e passaggi. E’ previsto un sfalcio o una rimozione della vegetazione attorno a tutti gli edifici compromessi;
- Interventi chimici quali l’utilizzo di formulati e di azione residuale come ad esempio la polvere secca nelle fessure che vengono formulati liquidi e fatti percolare all’interno dei nidi.