Le feste natalizie da molti anni oramai, acquisendo la definizione in modo “cinico” sono sempre più la “festa del consumismo”, però è altresì vero che è difficile rinunciare a tutte le tipiche forme tradizionali che vedono la maggior parte le famiglie, indifferentemente dalla condizione sociale ed economica, inerfacciarsi con le varie dinamiche di stampo prevalentemente conservativo. Insomma al Cenone di Natale, vera e propria forma di “italianità” diffusa in modo sensibilmente diverso in altre culture, difficilmente gli italiani vi rinunciano, anche se con i costi in aumento, il tradizione Cenone di fine anno, che spesso si protrae per giorni, è divenuto più caro.
I costi in aumento legato alla spesa di cibo per le ultime settimane dell’anno solare infatti sono in aumento ed il “prezzo” risulta essere più salato.
Una statistica ha evidenziato anche direttamente che quasi tutti gli italiani non rinunciano alla tradizionale “supercena” di fine anno.
Cenone di Natale, prezzi in aumento: ecco cosa è costa di più
In linea generale l’aumento dei prezzi sui beni di prima necessità come possono essere ovviamente quelli alimentari, ha avuto un impatto considerevole, anche se per certi versi addirittura “meno grave” rispetto a quanto messo in conto pochi mesi fa: l’analisi dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha infatti evidenziato un aumento sul costo generale in corrispondenza di quello che sarà il costo “medio” del Cenone di Natale pari a circa il 10 %, ma districando il termine in senso effettivo, i generi alimentari saranno disposti ad un aumento di circa il 12 %, che porterà anche le forme di stipendio munite di “bonus” ed aggiunte, oltre alle tredicesime non riuscire a colmare questa forma di aumenti, causati dall’inflazione ma anche da una certa poca reperibilità di alcuni beni necessari come in passato, ad esempio, l’olio d’oliva che in poco meno di 12 mesi è quasi raddoppiato nel costo medio.
Nella statistica dei cibi di Natale che sono aumentati di più figura il Torrone, che supera il 20 % rispetto al costo dello scorso anno, quasi uguale la percentuale per la frutta secca, che già tradizionalmente non ha un costo così ridotto, e sfiora addirittura il 25 % l’aumento corrispondente alle lenticchie che è forse il bene alimentare che è aumentato di più.
Minori ma comunque non indifferenti gli aumenti di prezzo di prodotti come panettone e pandoro che sfiorano il 6 %, tra il 13 % ed il 17 % in più per zampone e cotechino. La statistica comunque come accennato, evidenzia una tendenza degli italiani a non “risparmiare” quando si parla di cenone di Natale.