Anche una potenziale forma di crisi può essere in qualche modo remunerativa per qualcuno, in quanto la capacità di riattivare una forma di risorsa, ma anche un immobile come un terreno abbandonato, costituisce una forma di “riciclo” vero e proprio inerente l’ambito culturale anche italiano. Ripristinare una funzionalità di un immobile oppure rinnovarlo completamente adattando il terreno utilizzato in precedenza in una maniera specifica. Spesso si legge o si sentono notizie inerenti a persone che dopo un certo tipo di lavoro e quantitativo di tempo speso per rinnovare un terreno non più utilizzato, sono riuscite ad arricchirisi, ma è possibile guadagnare effettivamente da un terreno abbandonato?
La risposta può essere si ma anche “dipende”, in quanto non sempre risulta essere conveniente o remunerativo investire su un terreno non più utilizzato.
Quali sono le principali casistiche che ci possono vedere impegnati attivamente nell’operazione di ” restauro ” di un terreno abbandonato?
E’ possibile guadagnare da un terreno abbandonato? Ecco la verità
E’ una condizione quella dei terreni oramai dismessi, molto comune anche nelle città ma soprattutto nelle cittadine e nei comuni di piccole dimensioni, spesso appartengono a proprietà o coltivazioni che per vari motivi sono stati abbandonati. In primo luogo è utile comprendere la proprietà di un terreno ed il suo stato oltre che la posizione logistica: spesso questi vengono abbandonati perchè costa troppo tempo e denaro rivalutare una porzione di terreno ma con qualche idea è sicuramente possibile cambiarne l’utilizzo, da parte nostra è essenziale comprendere la possibilità di utilizzo partendo da chi detiene la proprietà.
Se è dismesso, spesso un terreno non ha un proprietario, e la sua gestione viene delegata al comune di appartenenza che può concederne l’utilizzo gratuito (dopo 10 o 20 anni un terreno di proprietà di “sconosciuti” può essere acquisito legalmente da chi lo utilizza) , ma può essere concesso anche come affitto o come usufrutto, condizione che permette al proprietario di mantenerne i diritti in parte sulle risorse concepite.
Per i terreni un po’ fuori mano può essere una buona idea adibirli alla coltivazione, magari di vegetali oggi comuni come le bacche di goji, la soia, o la coltivazione di funghi, ma anche per l’allevamento di animali come lombrichi e lumache, utilizzati sia in ambito culinario che cosmetico. Se il terreno è molto grande si può attivare l’idea di una fattoria di dattica, mentre se è abbastanza vicino alla città con una spesa non eccessiva lo si può trasformare in campo sportivo, valutando però anche il rapporto costi/benefici.