Dopo i tristi e piuttosto recenti fatti di cronaca, ecco che tornano in voga tutti i dispositivi antiabbandono: si tratta di dispositivi di sicurezza che sono obbligatori in Italia già dal 2019, ma che continuano comunque ad essere sottovalutati e anzi quasi del tutto dimenticati. Tra le tante cause elencate c’è sicuramente anche la mancanza di controlli da parte delle forze dell’ordine, causa che è tra l’altro, la più utilizzata come capro espiatorio.
Se i controlli sono davvero l’unica soluzione per azzerare questa fetta di mortalità infantile, allora per quale motivo non vengono inseriti di default dalla fabbrica in ovetti e seggiolini? Che cosa ne è, allora, del sostegno genitoriale a prescindere da questi tipi di dispositivi a cui poter delegare?
I sensori anti-abbandono vengono definiti come dei veri dispositivi di allarme, la cui principale funzione è sicuramente quella di prevenire l’abbandono dei bambini, almeno per quelli di età inferiore ai quattro anni. I dispositivi devono comunque essere conformi alle disposizioni previste dal decreto attuativo e soprattutto devono presentare il marchio CE al fine di poter essere considerati a norma.
Dispositivi obbligatori in macchina: se non ce l’hai rischi la multa
Esistono tre tipologie di questi dispositivi in commercio: la prima variante è quella dei dispositivi indipendenti (o universali), che si possono utilizzare su qualsiasi seggiolino passando da uno all’altro. Questi hanno un sensore di peso da mettere sotto il bambino, che si collega tramite Bluetooth oppure con un cavo all’accendisigari dell’auto. Nel momento in cui la macchina si ferma, ecco che il dispositivo inizia a suonare se il bambino non viene alzato dal seggiolino.
Un’altra tipologia è quella dei dispositivi integrati, che molto più pratici anche se con durata più limitata. La batteria si scarica dopo un po’ di anni, mentre alle volte il seggiolino viene utilizzato per molto più tempo. Infine, un terzo tipo di dispositivo che è ancora meno diffuso, consiste in una dotazione direttamente come accessorio del veicolo stesso.
Nel 2018 è iniziato un lunghissimo iter politico che aveva l’obiettivo di introdurre la cosiddetta “legge salva bebè”, che doveva entrare in vigore nel mese di luglio del 2019. Ci sono stati, a tal proposito, degli slittamenti e infine con la firma del decreto attuativo, sono stati ufficializzati tutti i requisiti tecnici di questi dispositivi anti abbandono. La legge è entrata in vigore nell’autunno del 2019 mentre le multe sono scattate soltanto dal marzo successivo. La legge prevede che chi trasporta in auto dei bambini di età inferiore ai quattro anni di età sia obbligato ad installare i dispositivi anti-abbandono sui seggiolini.