Da quando la TV è divenuta qualcosa di “normale” nella sua diffusione ed utilizzo, è stato concepito e spesso modificato nel passare degli anni la cosiddetta tassa televisiva che viene chiamata oggi come in passato Canone Rai, anche se in realtà è sempre stata una vera e propria imposta applicata al costo effettivo, sempre “mal vista” dalla maggior parte della popolazione in quanto non è mai stata “compresa” appieno non nella funzione (che è molto chiara) quanto nella formulazione. Il prezzo ufficiale del Canone Rai potrebbe concretamente cambiare molto presto.
E’ proprio l’importo un “tema” molto caldo e sentito da parte molto sentita della popolazione italiana, trattandosi di fatto di una costrizione di pagamento.
Ma quale sarà il prezzo ufficiale del Canone Rai in futuro? Sono state considerate varie possibilità di ogni tipo da parte dello stato.
Prezzo ufficiale del Canone Rai: la novità lascia senza parole
Il Canone Rai, la tassa televisiva, è attiva da molti decenni, attualizzata addirittura da tempi in cui la TV non esisteva ancora, il costo veniva applicato al possesso di una radio in casa. Con la diffusione dell’elettrodomestico a partire dagli anni 50, la sua funzione è stata sempre più importante e capillare nell’utilizzo, portando anche la nascita del Servizio pubblico, partendo ovviamente dalla Rai (da qui il nome “Canone Rai” anche se è comunque qualcosa di diverso rispetto ad un Canone).
E’ infatti una tassa generata e riscossa dallo stato, che serve per alimentare e quindi foraggiare il servizio pubblico. Ad oggi costa ad ogni gruppo familiare 90 euro annui, dilazionati in 10 rate da 9 euro ciascuna, attualizzando il tutto sulla tradizionale bolletta della luce, quindi un’utenza praticamente fondamentale.
Questo sistema è è stato adottato dal 2016 e mantenuto finora, anche se l’esecutivo ha più volte dichiarato di voler modificare se non la struttura di pagamento rateizzato così da “pesare” meno, mantenendo anche le varie esenzioni già attive da molti anni per categorie particolari di cittadini, quantomeno il metodo di calcolo, slegandola all’utenza elettrica.
Come evidenziato anche dal Ministro dell Tesoro, sono al vaglio varie possibilità, ad esempio quella piuttosto verosimile, almeno in teoria che porta la singola entità di pagamento ad essere strutturato attraverso piccole cifre sugli importi delle utenze di telefonia mobile, che sono ancora numericamente più diffuse rispetto al passato. In questo modo ogni singolo utente si ritroverebbe a pagare pochi euro in più al mese.
Si tratta però di un’idea, attualmente non ufficializzata, e sicuramente non saranno previsti cambiamenti prima del 2025.