Paese di contraddizioni vere e proprie ma anche di imposte necessarie ma spesso mal digerite, l’Italia da anni dal punto di vista politico deve fare i conti con una forma di idiosincrasia nei confronti degli abitati e la tassa chiamata IMU, che è stata istituita poco più di dieci anni fa esiste ancora, viene pagata su base annuale due volte. La seconda rata IMU per questo 2023 si prospetta essere più alta rispetto alla prima.
Le motivazioni sono in realtà parecchie ed in molti casi risulta essere difficile per la maggior parte della cittadinanza capire il perché di questo sovrapprezzo.
Ma cos’è realmente l’Imu e chi deve pagarla ed in quali condizioni specifiche?
Seconda rata IMU, si alza il prezzo: ecco la novità che sorprende tutti
Istituita dal governo tecnico di Mario Monti, l’Imposta Municipale Propria, è formalmente una forma di imposta sugli immobili, parte del decreto Salva-Italia del 2011 e si paga a livello comunale ed ha preso il posto della vecchia Ici.
Viene corrisposta tramite Modello F24 in due rate pari, e viene considerata necessaria ed applicata esclusivamente al contesto oltre la prima casa per qualsiasi forma di abitazione considerata secondaria, quindi sono escluse le abitazioni principali.
Oltre ai proprietari di immobili che non siano considerati seconda casa, anche chi ha un immobile in comodato d’uso o in usufrutto deve pagare l’Imu, oltre alle varie strutture non abitative come i box o i garage che non fanno parte della prima abitazione.
Secondo varie proiezioni alla scadenza ormai non così lontana della seconda rata (16 dicembre), l’imposta sarà più elevata in quanto in corrispondenza con l’ultima manovra fiscale del governo cambiano anche le varie aliquote economiche che sono stabilite in modo semi indipendente dai singoli comuni.
Questo porterà quindi salvo delle modifiche possibili sul testo della manovra condizione possibile fino al prossimo 28 ottobre 2023, una modifica del prezzo della seconda rata che in alcuni comuni potrà anche aumentare fino al 35 %.
È quindi una buona idea concepire un interesse nei confronti della questione, magari iniziando ad informarsi in merito a questo possibile, seppur non certificato al 100 per cento, aumento.
È consigliabile chiedere direttamente al proprio comune di appartenenza prima della naturale scadenza.