Il Reddito di Cittadinanza è pronto a cambiare, anzi in realtà il processo che ha portato l’attuale esecutivo a “smantellare” e sostituire con altre metodologie di assistenza economica i soggetti economicamente in difficoltà è di fatto già iniziato, condizione che ha portato già diverse proteste in vari contesti del paese. Il processo non si fermerà al 2023, ma corrisponderà a diversi cambiamenti che saranno applicati tra qualche mese.
Il tutto fa parte di una forma di pianificazione generalizzata instaurata dal nuovo esecutivo per il sostegno verso chi fino a non troppo tempo fa faceva affidamento su questa risorsa.
Cosa accade tra qualche mese per i percettori del Reddito di Cittadinanza? Ecco una forma di “repilogo” legato ai vari cambiamenti in vista.
Reddito di Cittadinanza, novità shock: ecco cosa accade tra qualche mese
Il piano dell’esecutivo è stato abbastanza chiaro fin dal principio, ossia di eliminare il concetto alla base del Reddito di Cittadinanza, e sostituirlo con forme diverse, meno legate alla considerazione che ha visto il RdC non ottenere i successi auspicati in principio in relazione all’inserimento nel mondo del lavoro.
Secondo la più recente legge di bilancio dal mese di settembre è in vigore il nuovo strumento chiamato ” Supporto per la formazione e il lavoro” per i cittadini tra i 18 e i 59 anni rientravano tra i requisiti del Reddito di Cittadinanza e che presentano un ISEE non superiore ai 6000 euro.
Dal mese di luglio 2023 molte famiglie si sono viste recapitare l’SMS che di fatto sanciva la fine dell’erogazione, che sarà mantenuta fino a fine 2023 per i nuclei familiari con componenti disabili o minori o over 60, con ISEE fino a 9360 euro annui.
Dal 1° gennaio 2024 le medesime tipologie di cittadini potranno fare domanda per l’Assegno di Inclusione, parte del DL Lavoro che presenta una forma di assistenza economica simile al RdC di importo non inferiore a 480 euro annui e non superiore a 6.000 euro annui a seconda della condizione del nucleo familiare in questo caso è previsto un limite ISEE di 9360 euro, per chi vive in affitto può essere previsto un importo fino a 280 euro al mese.
E’ concepita la forma di scala di equivalenza già adottata per altre forme di supporto economico da parte dello stato, ad esempio se il nucleo familiare risulta essere composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni oppure se sono presenti disabili che non presentano una condizione di autosufficienza.
L’assegno di inclusione spetta in ogni caso a tutte le famiglie che hanno al loro “interno” una persona con almeno 60 anni d’età, un disabile o un minorenne.