L’epopea dei gettoni telefonici è stata considerabile a lungo “quasi trascurabile” ma evidenzia una naturale forma di evoluzione dei sistemi di comunicazione che da smepre fa enorme ricorso a oggetti dalla struttura tecnologica crescente, dalla fine dell’Ottocento fino alla modenra telefonia “ultramoderna” che in poco più di un secolo ha fatto passi avanti difficilmente anche solo concepibili in passato. Un gettone telefonico oggi, per i meno esperti, magari anche per i più giovani, non dirà molto essendo simile alle monete. Ma il valore di un gettone telefonico soprattutto se presenta alcuni crismi e dettagli particolari, può essere assolutamente rilevante.
Questo soprattutto perchè la loro modalità ed applicazione è assolutamente in grado di apparire interessante dal punto di vista storico oltre che collezionistico.
Come riconoscere un gettone telefonico raro e come vanno valutati oggi?
Hai questo gettone telefonico particolare? Ecco il valore di oggi – FOTO
La risposta è legata alla loro funzione, un tempo indispnesabile, condizione che è durata diversi anni, decadi addirittura. Un gettone aveva la funzione di sostituire il contante nell’utilizzo degli apparecchi telefonici tradizionali, in un’epoca ancora lontana dalla telefonia mobile. Erano generalmente venduti da bar, ricevitorie e strutture adibite, ed avevano un costo definito, rispetto alle monete che erano coniate dalla zecca di Roma e quindi “denaro in senso stretto” i gettoni risultavano emessi come strumenti dai vari stabilimenti radicati in tutto il paese. Fino al secondo dopoguerra ogni azienda, poi confluita nella SIP negli anni 60 aveva una forma di struttura di gettone definita che poi è stata come detto unificata in un formato deciso fin dal 1959. Questo formato è stato utilizzato fino al 1980, ultimo anno di creazione di questi oggetti, che però sono stati utilizzati seppir in quantità minori rispetto al passato fino agli inizi degli anni 2000.
Esistono però anche delle realtà diverse da quella italiana, come i gettoni della Città del Vaticano, ossia tutti quelli concepiti per il piccolissimo stato formalmente indipendente pur essendo parte del nostro paese.
Ne esistono due serie, senza una data o una numerazione ufficiale, ma riconoscibili solo dalla sigla S • C • V •, come nell’esemplare in basso, che presenta una scalanatura in alto, mentre la prima serie ce l’ha centrale.
Il valore è sensibilmente elevato rispetto alla quasi totalità dei gettoni italiani. La prima serie, con scalanatura centrale può addirittura valere fino a oltre 120 euro per un esemplare molto ben conservato, circa la metà per uno usurato ma non troppo.
Quello evidenziato in figura invece vale mediamente tra i 20 ed i 70 euro, sempre valutando le condizioni.