Da diversi anni il comparto immobiliare in Italia, già considerato “difficile” e poco equilibrato, è stato messo ancora più in difficoltà da varie condizioni di crisi economiche che hanno portato molti a lasciare i piccoli centri urbani e spostarsi nelle grandi città, se non addirittura fuori dal paese stesso. In questo contesto, in realtà già da oltre 10 anni è presente l’iniziativa presa da una forma di singolo comune italiano poi replicata con successo ancora oggi, ossia quella delle Case a 1 euro, che viene considerata una delle più interessanti ma che naturalmente come ogni cosa che appare “troppo bella” ha dei potenziali punti d’ombra, ed in alcuni casi alcuni hanno evidenziato la natura di truffa.
Senza generalizzare, si può sicuramente dire senza timore di smentita che non tutte le condizioni in cui questa iniziativa di stampo immobiliare, concepita per rivalutare ma anche per ridare vita ad ambienti oramai dismessi, può risultare problematica e non conveniente.
E’ importante prima di tutto valutare come funziona questa iniziativa e come essa viene replicata.
Le Case a 1 euro sono una truffa? Ecco il parere dell’esperto
L’idea è stata concepita dal piccolo ma molto conosciuto e caratteristico comune siciliano di Salemi, in provincia di Trapani, che a fronte di una costante dinamica di spopolamento nel 2010 ha sviluppato questa iniziativa, inizialmente come “test” per liberarsi dalla gestione di numerose abitazioni un tempo appartenute a cittadini privati, e legandole ad un bando di concorso di fando offrendole ad un prezzo simbolico di 1 euro attraverso un vero e proprio atto di vendita.
L’iniziativa è stata modificata e poi portata allo sviluppo anche presso altri comuni, sia della Sicilia ma anche di altre realtà del nostro paese, sia nel Meridione che nel Settentrione. Ma quali sono le problematiche legate a questa iniziativa?
Dipende da vari fattori: anche se si chiama “Case a 1 euro” ovviamente il contratto porta nella maggior parte dei casi valutare bene il budget necessario in quanto chi si aggiudica l’abitazione deve per forza di cose poi organizzare dei lavori di ristrutturazione ed in molti casi è anche portato ad abitare nella casa poi ristrutturata per un certo periodo di tempo. Per garantirsi una forma di protezione, il comune poi obbliga il proprietario a stipulare una forma di polizza fideiussoria e tutti i costi sono sostanzialmente a carico sempre del titolare.
Va anche valutato poi l’aspetto pratico e logistico, in quanto non tutti i luoghi possono essere considerabili interessanti, oltre a tempistiche di ristrutturazione che possono prolungarsi anche oltre i limiti decisi dal comune. Insomma, è una bella idea ma bisogna essere molto sicuri del contesto.