Il Bitcoin è una criptovaluta e un sistema di pagamento internazionale che è stato nell’anno 2009 da un anonimo inventore (o da gruppo di inventori), che è conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto che sviluppò l’idea presentata poi da lui stesso su Internet verso la fine dell’anno 2008, in piena crisi finanziaria. Il termine Bitcoin, se scritto con la sua iniziale maiuscola, per convenzione viene utilizzato per riferirsi alla tecnologia e alla sua rete mentre se è scritto con l’iniziale minuscola, allora si riferisce alla valuta in sé.
Quel che sappiamo sul Bitcoin è che non viene classificato come una moneta, ma piuttosto come una riserva di valore per adesso abbastanza volatile. A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, questa crypto non fa uso di un ente centrale ma il suo valore è determinato soltanto dalla leva di domanda e offerta. Esso utilizza un database che viene distribuito tra i vari nodi della rete che tengono traccia di tutte le transazioni, ma sfrutta la crittografia al fine di poter gestire gli aspetti funzionali, come ad esempio la generazione di nuova moneta e l’attribuzione della proprietà.
Dopo una breve introduzione utile per conoscere o per ricordare le informazioni della criptovaluta Bitcoin, occupiamoci dei nuovi problemi che stanno riguardando tale valuta. Con le criptovalute, si sa, ci sono spesso dei problemi ma come se non bastasse il ban che è avvenuto in Cina qualche giorno fa, insieme all’Iran, stanno pensando concretamente di bannare il mining di Bitcoin.
Allerta Bitcoin: ecco che cosa sta accadendo
Prima abbiamo citato la parola “mining”, sapete cosa vuol dire? Con questo termine si indica quell’azione che serve per la creazione di nuove monete e viene utilizzato proprio per convalidare il protocollo di Bitcoin. Si era già discusso molto sul questo argomento e si era parlato anche del fatto che proprio questa nazione potesse dare un forte aiuto alla risalita di questa criptovaluta ma abbiamo visto che non non sarà affatto così, almeno per un po’ di tempo.
Proprio lo stato iraniano ha bannato il mining di Bitcoin subito dopo aver visto che già altre persone lo stavano facendo o almeno questo è quel che è stato scritto. Il mining impiega davvero una quantità di energia elettrica sopra ogni immaginazione e proprio per questo motivo la maggior parte delle volte non può essere effettuato con una rete domestica.
In tal senso sono molti i minatori che giorno per giorno si rendono operativi al fine di migliorare i propri sistemi hardware ed ultimamente c’è da dire che se ne è discusso tanto anche a livello di hard disk. Ad ogni modo, per Bitcoin, la guerra non è affatto finita anche se in queste ultime ore pare che il suo prezzo stia ricominciando a salire notevolmente, non ci resta che sperare.