Monete e banconote identificano la storia di una nazione o di un gruppo di paesi in molti modi, in alcuni casi anche in maniera più spiccata rispetto ad un libro di storia: il denaro è infatti non solo la “moneta” effettiva ma una forma di evidenza di cambiamento e l’adattamento che il contesto finanziario dedica all’ambito, ma è anche un vero e proprio reperto storico, ciò è evidente anche da monete non antiche ma comunque concepite cone parte del passato come le vecchie 100 lire Minerva, una delle emissioni che ancora oggi scaturiscono ricordi e nostalgia. Ma una moneta di questo tipo, coniata in un anno particolare, può anche essere in grado di arricchirci.
Anche monete non così precedenti alla storia recente del nostro paese possono infatti configurarsi come esemplari dalla qualità importante in ambito collezionistico.
Ma quale è questa moneta da 100 lire particolare che raffigura Minerva?
Controlla le 100 lire Minerva: l’anno giusto può far arricchire!
Le divinità del contesto greco e romano sono state reintegrate nell’arte a partire dal Rinascimento ed anche in fasi successive restano molto suggestive, per questo motivo anche con le prime fasi della repubblica italiana, concepite immediatamente dopo la fine del 2° conflitto mondiale, la scelta estetica è spesso ricaduta sul pantheon delle antiche divinità.
Minerva ha trovato applicazione sulla moneta da 100 lire, coniata dalla Zecca di Roma quasi subito in quantità importanti e per un lasso di tempo cospicuo, precisamente dal 1954 al 1989. Anche se è conosciuta come Minerva primo tipo, essendo stata sostituita anche solo per pochi anni dalla secondo tipo, vale a dire la versione piccola, dalle dimensioni ritenute fin troppo ridotte, e poi dalla variante Italia Turrita, concepita verso la parte finale degli anni 90, la prima resta la più longeva e preferita per questo non è affatto rara da trovare.
Ma non è il caso di tutte le emissioni, in quanto anche la 100 lire Minerva ha i propri esemplari rari, nello specifico proprio quelli del 1954: in questo anno la zecca ha coniato pochissime unità esclusivamente di Prova, riconoscibili proprio da questa dicitura evidente come dall’immagine sottostante.
Esemplari di questo tipo circolanti se ne contano davvero di pochissimi e per questo un collezionista davvero appassionato può pagare anche migliaia di euro, fino a circa 3000 euro come effettiva valutazione ufficiale però solo per un esemplare tenuto senza il minimo segno di usura.
