Non ci sono dei reali dubbi riguardo il fatto che ci sono degli insetti che risultano dannosi per i nostri mobili, per le travi e perfino per il parquet della nostra casa. Ma, giustamente, sono davvero tante le persone che hanno una preoccupazione importante sul fatto che i tarli del legno possono anche attaccare l’uomo e possano magari creare dei seri problemi di salute.
Esistono così tanti tipi di tarli in tutto il mondo che creare confusione nella vostra mente è molto facile. Per non creare questa confusione allora è il caso di restringere un po’ il campo della discussione e concentrarci maggiormente sui tarli che vivono sul territorio nostrano. Il mondo dei tarli si riferiscono a due macro-categorie: i tarli più piccoli, a cui appartengono i lictidi e gli anobidi e i tarli grandi, che sono riconducibili a cerambicidi.
I tarli piccoli sono degli insetti xilofagi (che si nutrono del legno) e che solitamente e preferibilmente attaccano i mobili di casa nostra. Essi vivono in superfice quindi entro i primi 2 centimetri di profondità e sono soliti fare degli degli attacchi multipli per cui non è raro, nel caso di infestazione di Lictidi e/o Anobidi, trovare delle porzioni di legno mitragliate da minuscoli forellini o a volte del diametro di mezzo centimetro.
Ma come agiscono sul legno?
I tarli grandi, invece, sono più che altro riconducibili alla famiglia dei Cerambicidi e sono degli insetti di dimensioni notevoli che arrivano fino ai 5 cm e che producono delle gallerie davvero molto profonde con dei fori dal diametro importante, che possono arrivare anche oltre ad 1 cm. di diametro. Questi insetti producono un rumore piuttosto udibile anche ad orecchio umano (soprattutto se non si riesce a capirne la posizione precisa), tanto che nel nostro Paese vengono chiamati “orologio della morte” per via del rumore prodotto.
Quali sono i danni che possono curare?
Delle tre fasi dello stadio vitale del tarlo, di solito è soltanto una quella che fa maggiore danno e che si nutre direttamente di legno e questa è la larva. Per spiegarvi meglio la situazione immaginate bene un bruco con delle mandibole possenti che scava il legno sin dall’interno e che si costruisce una galleria nutrendo di cellulosa e scartando la lignina. Già, perché la lignina è… beh, avete presente quando a terra si trovano quelle segatura impalpabile e di consistenza farinose? Ecco si tratta proprio di questo cioè dello scarto della digestione dei tarli.