Il considerevole aumento del prezzo della pasta porta irrimediabilmente alla convocazione della Commissione di allerta da parte del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Russo. Il prezzo della pasta sale alle stelle in tutto il territorio d’Italia e andiamo a scoprire di quanto è aumentato e qual è la città che si aggiudica il primo posto.
Questi ultimi mesi stanno preoccupando tantissimo proprio a causa dei dati che sono stati registrati riguardo i prezzi della pasta: questo perché si registra un aumento del 17,5% rispetto all’anno scorso, in un contesto in cui vi è stata la riduzione del prezzo della materia prima e dinamiche variabili dei costi dell’energia.
La riunione è stata convocata l’11 maggio a Palazzo Piacentini e l’organismo di monitoraggio è stato composto da alcuni rappresentanti delle amministrazioni coinvolte, dalle autorità e dalle associazioni dei consumatori. Il dossier sui vari aumenti di questo bene primario è stato realizzato da Assoutenti e dimostra come il prodotto ha subito parecchi rincari senza distinzioni in tutto il territorio italiano, non avendo la giustificazione delle quotazioni del grano.
Molte province della Toscana, ad esempio, hanno registrato un prezzo decisamente elevato e vediamo che a Siena un chilo di pasta è salito da una media di 1,37 euro/al kg dell’anno scorso ai 2,17 euro del mese di marzo; incremento maggiore che arriva al 50% è quello di Firenze e Pistoia. Il prezzo medio della pasta, in Italia, è comunque pari a 2,13 euro al chilo, rispetto a quel che riguarda il pagamento di 1,70 euro del 2022.
Quanto costa un chilo di pasta? Ecco tutto
Ma la città che più alza la media del prezzo della pasta è sicuramente Ancona con 2,44 euro al chilo ed ottiene, così, la medaglia d’oro in questa classifica, a cui segue poi anche Modena, Cagliari, Bologna e Genova. Risultano comunque sia poco chiare le motivazioni che hanno portato ad un aumento di questo genere.
Ad ogni modo, secondo la Coldiretti, pare che ci sia un’anomalia su cui è necessario fare un po’ di chiarezza perché il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo ad un valore che chiaramente non va a coprire i costi di produzione ed è inferiore del 30% rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre il prezzo della pasta è aumentato all’incirca del doppio dell’inflazione.
Continuando su tale analisi, vediamo che Coldiretti afferma la necessità di analizzare tutte le pratiche sleali a tutela delle tante imprese agricole che coltivano il grano e la convocazione della Commissione di allerta rapida risulta essere un ottimo passo in avanti per poter controllare la gestione della situazione.