La storia del gettone telefonico in Italia ha quasi un secolo di esistenza, ed anche se l’utilizzo di questi oggetti è divenuto qualcosa di “storico” da oramai qualche decennio, continuano ad essere identificati come parte naturale del tessuto sociale nonchè un elemento tecnologico che ha permesso l’utilizzo delle telefonate per la maggior parte della popolazione. Molte forme di gettone telefonico ancora oggi riscontrabili hanno un numero o una serie di numeri particolari, che identificano un termine preciso.
In alcuni casi è proprio questo dettaglio apparentemente poco importante ad essere rilevante per trovare un gettone di valore. Ma come riconoscere l’esemplare giusto?
Esistono infatti alcune numerazioni specifiche che vanno seguite in tutto e per tutto per comprenderne il valore.
Hai un gettone telefonico con questo numero? Ecco quanto vale
I gettoni telefonici hanno visto la loro primissima diffusione a partire dalla seconda metà degli anni 20 addirittura, per poi trovare una affermazione nel decennio successivo. Fino agli anni 60 quindi profondo dopoguerra, ogni zone d’Italia.
Con l’unificazione avvenuta con la fondazione della SIP, nel 1964, questa struttura statale ha iniziato a fare ricorso ad un modello di gettone già adottato alcuni anni prima, riconoscibile da tre scalanature, due su un lato, e una sull’altro oltre che da 4 cifre corrispondenti, presenti su uno dei lati.
Queste cifre identificano ogni forma di gettone coniato dal 1959 al 1980, anno in cui questi oggetti non sono stati più sviluppati e nel corso del decennio successivo, quasi totalmente sostituiti dalle tessere telefoniche, strumenti più pratici ed adibiti al medesimo utilizzo ossia concepire l’uso concreto di un telefono pubblico.
Le 4 cifre non sono casuali, ma semplicemente indicano rispettivamente l’anno ed il mese di produzione, nelle prime due cifre e nelle ultime due, rispettivamente. Ed è anche questo un modo pratico per capire realmente la rarità di un esemplare.
Infatti non tutti gli stabilimenti hanno concepito lo stesso numero di gettoni, quindi alcuni sono conosciuti per essere più rari: se la quasi totalità di questi esemplari vale solitamente non più di qualche decina di euro (nelle migliori condizioni di conservazione possibile, ossia quasi sempre estremamente difficili da trovare), l’esemplare con il numero 71111R (importante trovare proprio la lettera R) può valere sensibilmente di più della media.
Infatti questo gettone coniato sul finire del 1971, sviluppato dalla IPM (Industria Politecnica Meridionale) ha un valore tra i 10 ed i 70 euro a seconda delle condizioni ed è per questo uno degli esemplari “unificati” dal maggior valore.
Un gettone 7111 senza R vale al massimo 25 euro.