La comunicazione telefonica comune ha “molto” di italiano, basti ricordare che uno dei principali nomi associati all’invenzione stessa del telefono è sicuramente Antonio Meucci, e proprio nel nostro paese è stato uno di quelli che prima di molti altri ha concepito anche la prima diffusione del gettone telefonico, concepito per essere impiegato nelle varie tipologie di telefono pubblico. Risulta essere per molti una vera e propria “riscoperta” di un’invenzione, relativa al gettone adibito alle telefonate tra gli oggetti importanti del 20 secolo, in particolare se il gettone telefonico ha un numero o una sigla particolare.
Un po’ come le monete, che hanno una somiglianza estetica ma poco altro, anche i gettoni telefonici hanno la capacità intriseca di sviluppare un interesse collezionistico.
Oramai dismessi da oltre vent’anni, i gettoni telefonici hanno la tendenza comune a sviluppare una forma di passione anche da parte di chi “cronologicamente” non ha avuto a disposizione questi strumenti così riconoscibili.
Hai il gettone telefonico con questo numero? Ecco quanto vale
Il gettone telefonico ha più di un secolo, concettualmente parlando, ed ha iniziato la propria diffusione sul territorio italiano a partire dalla seconda metà degli anni 20, grazie ad una generale forma di interesse nei confronti del telefono. Naturalmente l’invenzione risulta essere stata necessaria per fare ricorso ad uno strumento in grado di sostituire le monete nell’utilizzo effettivo dei telefoni pubblici che andavano “finanziati” con questi piccoli oggetti metallici dal valore non strettamente definito, in quanto il costo era regolarizzato in base a quello della vita.
La diffusione “vera” dei gettoni è stata palesata intorno agli anni 30 ed è proseguita fino alla seconda guerra mondiale, poi con la rivalutazione della lira e soprattutto con il dopoguerra, che ha portato anche una situazione economica migliorata oltre alle cabine telefoniche, il gettone ha generalmente sviluppato la sua vera diffusione capillare, in un modello mantenuto fino agli ultimi decenni del Novecento, riconoscibile dai 4 numeri presenti su quasi ogni emissione.
Numeri che definiscono e definivano in senso generalizzato l’anno ed il mese di produzione, nello specifico nelle prime due cifre era presente l’anno e nelle ultime due il mese.
Alcuni gettoni per varie motivazioni sono stati emessi in ridotte quantità leggermente differenti, ad esempio con le cifre disposte con una lettera alla fine oppure a causa di errori di conio, ruotati. Un esempio molto riconoscibile è quello con la dicitura 7208R che risulta essere ruotato di 180 gradi, quindi formalmente capovolto rispetto al resto del gettone, dettaglio che fa valere un esemplare un minimo di 30 euro fino a oltre 150 euro.