Tra le numerose terminologie che sono conosciute nella maggior parte dei casi anche dal cittadino medio la parola inflazione è sempre più frequente anche tra i meno avvezzi alla nomenclatura economica e finanziaria, proprio perchè è una sorta di evergreen quando si parla di crisi, ma anche delle semplici condizioni che influenzano ogni economia sufficientemente attiva e funzionale. Nella nostra realtà, ad esempio nell’Unione Europea sono ovviamente le singole nazioni ad occuparsi di una condizione di questo tipo, con il supporto e la supervisione della BCE , ossia la Banca Centrale Europea, che però proprio in questi giorni dopo una riduzione del calo dell’inflazione potrebbe portare ad un nuovo aumento per il 2024.
Non si tratta ovviamente di una scelta che deriva da una singola decisione, ma una forma di effettistica che deriva da alcune decisioni.
I principali esponenti della BCE hanno infatti deciso di non modificare le norme economiche così da non sviluppare percentuali di inflazione in futuro.
Inflazione 2024, possibile nuovo aumento in futuro: ecco perchè
E’ la presidente della BCE Lagarde ha confermare un possibile incremento sensibile nei prossimi mesi, con effetti che come già noto, hanno un impatto piuttosto considerevole sulle spese di tutti i giorni, fin da quelle di ridotta entità ma anche a quelle cospicue.
Per inflazione si fa riferimento ad un fenomeno di perdita di potere d’acquisto della valuta in corso (in questo caso l’euro) che è determinato da numerosi fattori, spesso difficili o impossibili da contrastare direttamente. Il principale effetto per il cittadino è evidenziato da una rapida quanto importante, a seconda dei livelli di incremento, crescita dei prezzi per i beni in particolare, e per i servizi.
Per la seconda metà del 2023 si è registrato un leggero calo di questo termine, a causa di diversi provvedimenti ed eventi esterni “causati” proprio dalla BCE, come l’aumento dei tassi sui prestiti e sui mutui, che ha proprio un effetto del genere ossia rallentare il tasso, seppur in maniera relativa. I livelli medi del 2023 ad oggi sono del 6,7%, quindi piuttosto elevati, e la stessa Lagarde ha affermato di doversi aspettare un aumento sensibile nei primi mesi del 2024 per poi percepire gli effetti di una riduzione, seppur graduale e sensibile nella seconda parte dello stesso anno.
Gli attuali livelli infatti sono molto elevati per la media storica europea, e la BCE ha comunicato di non voler “toccare” eccessivamente i tassi fino al raggiungimento di una soglia di percentuale pari al 2 %.