Le monete sono dei veri e propri “magneti” di attenzioni da parte dei collezionisti ma anche da parte dell’individuo comune, che per ragioni più o meno chiare a tutti, trova una forma di fascinazione in questi piccoli oggetti concepiti fin da millenni or sono che hanno una funzione primariamente utile, in quanto economica e poi progressivamente legata alla storia della nazione di riferimento. Una moneta da 50 centesimi può identificare una forma di vera e propria rarità, ma anche un’emissione moderna.
In questo caso prenderemo in considerazione le vecchie lire, che hanno avuto per svariati decenni i centesimi di lira, completamente scomparsi dal secondo dopoguerra.
Si tratta però di una forma di valuta monetaria ancora possibile da trovare in vecchie abitazioni, mobili ed abiti. In alcuni casi una piccola moneta come questa può valere molto.
Trova questa moneta da 50 centesimi: ecco quanto vale: “Incredibile”
E’ interessante notare l’apporto dell’inflazione ed il progressivo costo in aumento della vita, fattore costituente del passato come del presente: fino alla prima metà del Novecento 50 centesimi corrispondevno ad un potere d’acquisto per nulla irrilevante, non a caso molte monete erano concepite in lega d’argento. Il valore della lira, ossia il suo potere d’acquisto è andato scemando a “velocità diverse” a seconda del contesto storico.
Una delle più rare è sicuramente l’emissione con Umberto I, re d’Italia per un contesto di anni non così elevato, fino a inizio Novecento, fino a quando trovo la morte a seguito di un attentato. Il volto di Umberto è ancora oggi riconoscibile dagli storici dai caratteristici baffi.
Le monete con il suo volto sono molto rare, ed anche tra quelle da 50 centesimi ne figura una con il suo volto emessa solo in due anni specifici, nel 1889 e 1892. Emissione come detto, in argento 835, l’anno è ben evidente alla base del volto del sovrano, di profilo, mentre l’altro lato è contraddistinto ed evidente lo stemma di casa Savoia con il caratteristico Collare dell’Annunziata.
Quanto vale questa moneta? Decisamente non poco, data anche la rarità anche se la condizione di conservazione è spesso un valore fondamentale per stabilire una stima.
La meno rara è quella del 1889 che può valere mediamente da circa 150 euro se in stato buono ma non perfetto, quindi con alcuni segni d’uso, fino a 700 euro se presenta una rara condizione senza difettim in Fior di Conio. Concepita in poco più di 600 mila esemplari è comunque meno difficile da trovare rispetto a quella del 1892, concepita in meno di 150 mila pezzi, e per questo motivo un esemplare di quest’anno può superare i 1300 euro come valutazione massima.