Quasi tutti statisticamente siamo muniti di qualche tipologia di conto corrente, principalmente per gestire le proprie finanze, piccole o grandi che siano, condizione che ci porta quasi sempre a dover scegliere la forma di conto più o meno adatto alle nostre esigenze, in uno specchio di possibilità oggi divenuto estremamente diversificato e considerevolmente vario, fatto anche e soprattutto di conti a zero spese, come spesso si legge in giro. Esistono però alcuni limiti che qualsiasi conto corrente a dispetto delle varie metodologie ed utilizzo, vanno rispettati e che se si superano possono rendere anche un conto senza tariffe, portaci a spendere degli importi fissi.
Il limite legato al conto corrente appare come una forma di veicolo fastidioso che è però necessario sotto molti punti di vista, per regolarizzare la posizione di uno strumento oramai diffusissimo come il conto corrente.
Di quale limite si tratta? E’ legato al versamento o al prelievo di contanti? Scopriamolo insieme.
Conto corrente, ecco cosa succede se superi questo limite: “Attenzione”
La parola “limite” può essere applicata a vari ambiti di un conto corrente, a partire da una forma generale di applicazione legata ai preleivi o ai bonifici, questi ultimi generalmente nella loro variante standard non hanno costi, mentre per i prelievi al tradizionale ATM di turno si applicano tariffe legate all’utilizzo della propria carta presso bancomat “non propri”. Però anche il relazione alla quantità di denaro prelevabile in un lasso di tempo giornaliero o mensile, nel primo caso è la banca a decidere (generalmente la cifra minima giornaliera prelevabile si attesta sui 250 euro fino a 1000 euro) mentre per quello mensile è lo Stato che non effettua controlli fino a 10 mila euro prelevati in 30 giorni.
Però anche mantenendo semplicemente un importo di denaro sul proprio conto corrente si “rischia” di pagare una cifra, corrispondente all’imposta di bollo, che è una forma di tassa dello stato che si applica sulla giacenza media: se questa supera i 5000 euro annui, va pagata l’imposta che viene solitamente “scalata” dal corrispettivo presente sul conto stesso pari a 32,40 euro per le persone fisiche e 100 euro annui per le società. Ma cos’è la giacenza media? Si calcola dividendo la somma delle giacenze giornaliere per 365 giorni, quindi non serve prelevare o spostare importi di denaro prima della fine dell’anno solare. Chi è “sotto” i 5000 euro di giacenza media non paga alcuna forma di imposta annua ma anche chi la supera ed ha un ISEE inferiore ai 7.500 euro ed i titolari del Conto Base, ossia quello riservato a chi è sotto ad un ISEE di 11.600 euro.