La monetazione decimale in centesimi è stata di fatto riscoperta o scoperta per i più giovani, dall’euro, durante i primi anni 2000: la lira infatti in passato, anche piuttosto remoto, ha fatto ricorso ai centesimi poi completamente dismessi nel corso della seconda metà del Novecento. Ma le antiche monete corrispondenti ai centesimi sono ancora esistenti tra i collezionsti ed appassionati e seppur in piccole quantità risultano essere assolutamente rilevanti, come i seguenti 50 centesimi.
Nel corso della prima parte della storia del nostro paese i centesimi di lira hanno avuto un ruolo importante come “moneta comune”, sviluppati in vari formati diversi.
L’esemplare in basso può essere effettivamente considerato uno dei più interessanti in assoluto. Quanto valgono questi 50 centesimi di lira?
Se possiedi questi vecchi 50 centesimi sei ricco: ecco quanto valgono
La necessità di sviluppare vari tagli monetari è stato considerabile fondamentale fin dalle prime tipologie di monete, ed i centesimi hanno avuto un ruolo che proprio con l’euro è stato riscoperto. Tra le monete da 50 centesimi dall’interesse maggiore vanno menzionati quelli sviluppati tra l’Ottocento e la prima parte di Novecento, in particolare nelle prime fasi di sviluppo dello stato italiano sono state concepite due forme di monete da 50 centesimi con il volto di Vittorio Emanuele II, che capeggia sulle monete conosciute come “Stemma” o “Valore”, distinte per l’appunto dalla presenza dello stemma di casa Savoia o dal valore facciale scritto in lettere.
La seconda tipologia, la Valore è stata emessa dal 1863 al 1867, in argento, emesse come da prassi anche per altre monete del periodo, in varie città italiane, prima dell’unificazione presso la zecca di Roma. La città di emissione risulta evidente ad esempio dall’iniziale presente accanto alla dicitura BN, ed è un fattore importante per scoprirne la rarità e quindi anche il valore finale.
Le emissioni del 1863 valgono tutte generalmente tra i 20 euro fino a 300 euro se in condizioni perfette, mentre quelle del 1866 realizzate a Milano valgono da circa 30 euro fino a oltre 700 euro se in Fior di Conio, le monete del 1867 coniate a Napoli possono valere da 15 euro per un esemplare in buono stato fino a oltre 300 per uno in Fior di Conio.
Le più rare sono senza dubbio le emissioni del 1867 realizzate a Torino, riconoscibili per la presenza di una sigla BN e di una T poco dopo, se in buono stato valgono almeno 300 euro ma un pezzo in condizioni perfette può portare ad un guadagno di oltre 4000 euro.